elecuglia
Ominide
16 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Ariosto, nato a Ferrara, abbandonò gli studi di diritto per dedicarsi alla letteratura e influenzato da Pietro Bembo, divenne un intellettuale cortigiano di rilievo.
  • Le Satire di Ariosto, scritte in terzine dantesche, offrono una visione distaccata e ironica della vita cortigiana e delle debolezze umane, ispirandosi a Orazio.
  • Nel suo capolavoro, l'Orlando Furioso, Ariosto fonde la materia carolingia e arturiana, introducendo l'entrelacement, un complesso intreccio narrativo di vicende eroiche e amorose.
  • L'uso dell'ironia e dello straniamento in Ariosto permette un critico distacco e una riflessione sulla natura umana, abbassando la dignità eroica dei personaggi a una dimensione più umana.
  • Ariosto impiega una pluralità di voci e prospettive nel suo poema, esprimendo una visione del mondo variegata e complessa, senza mai imporre un unico punto di vista dominante.

Indice

  1. Ludovico Ariosto
  2. Al servizio del Duca Alfonso
  3. La figura di Ariosto - tra realtà e trasfigurazione letteraria
  4. Le Satire
  5. Temi centrali
  6. Stile
  7. L'Orlando Furioso
  8. Materia
  9. Pubblico
  10. Intreccio
  11. Parigi
  12. Spazio
  13. Dante
  14. Ariosto
  15. Tempo
  16. Struttura narrativa
  17. Dalla struttura aperta a quella chiusa
  18. Significato della materia cavalleresca
  19. Valore simbolico della narrazione
  20. Ironia, straniamento e abbassamento
  21. Personaggi idealisti e personaggi pragmatici
  22. Pluralismo prospettico
  23. Pluralità di voci
  24. Lingua e metrica

Ludovico Ariosto

Ludovico Ariosto opera per tutta la vita nell’ambiente della corte e rappresenta la tipica figura dell’intellettuale cortigiano.
Nasce a Ferrara da una famiglia di nobili origini.
Per obbedire alla volontà del padre, si iscrisse all’Università di diritto a Ferrara. Ma la abbandonò per dedicarsi alla sua formazione letteraria. Strinse un forte legame con Pietro Bembo da cui fu influenzato dal punto di vista linguistico (= poesia in volgare).
Cominciò a frequentare la corte del duca Ercole I d’Este, ma nel 1500 il padre morì così Ariosto dovette occuparsi del patrimonio familiare, assumendo la tutela dei fratelli. Infatti, per far fronte alle nuove necessità economiche, Ariosto dovette accettare delle cariche ufficiali come quando entrò al servizio del cardinale Ippolito. Ma assunse anche la veste di chierico, godendo di rendite
ecclesiastiche. Nel mentre, cominciò a scrivere le Satire in cui parla di come questo tipo di incarichi gli sembrava inadatto alla sua dignità di letterato. Ma ricominciò anche a scrivere commedie (La cassaria e I suppositi).
Ariosto fu il primo che si occupò di teatro, in particolare quello comico
ispirandosi a Terenzio e a Plauto.

Al servizio del Duca Alfonso

Nel 1516 pubblicò la prima edizione dell’Orlando Furioso e la dedicò al cardinale Ippolito che non apprezzò l’opera. Però il cardinale dovette trasferirsi e Ariosto si rifiutò di seguirlo così passo al servizio del duca Alfonso. Quest’ultimo gli affidò il compito di governatore della Garfagnana, una regione infestata da banditi. Con ciò Ariosto dimostrò di possedere grandi abilità politiche. Tornato a Ferrara riprese a scrivere delle commedie (La Lena e Il Negromante) e lavorò alla revisione del Furioso. Morì nel 1533.

La figura di Ariosto - tra realtà e trasfigurazione letteraria

Nelle Satire Ariosto lascia di sé l’immagine di un uomo amante della vita sedimentaria (= si allontana dalla vita pratica), ma si tratta di un’immagine letteraria. Infatti, Ariosto fu un uomo saggio che manifestò grandi doti politiche e diplomatiche. Il poeta desiderava vivere un’esistenza quieta perché sapeva che quello era l’unico modo possibile per difendere la propria libertà di individuo. Ariosto indaga con grande intensità la natura degli uomini, analizzando ogni aspetto della realtà sociale e dei comportamenti umani.

Le Satire

Le Satire costituiscono una chiave preziosa per una corretta interpretazione dell’Orlando Furioso. Le rime sono incatenate (A – B – A / B – C – B).
Ariosto scrisse sette satire in terzine dantesche e in forma di lettere.
Sceglie come modello principale Orazio, i cui componimenti erano impostati come una conversazione libera. Ariosto si sente molto vicino ad Orazio perché condivide il suo ideale di una vita quiete ma indipendente da ogni servitù.

La struttura di questi componimenti è della chiacchierata alla buona che tratta di vari argomenti in modo spontaneo. Ad esempio:
- Satira I -> l’autore spiega la ragione per cui ha rifiutato di seguire in Ungheria il cardinale Ippolito
- Satira VI -> l’autore chiede a Pietro Bembo consigli per l’educazione del figlio e prova rammarico per non aver approfondito la conoscenza del greco.

L’atteggiamento dell’autore, nelle Satire, è distaccato e ironico e non
raggiunge mai punte di asprezza polemica. L’autore è tollerante perché è
consapevole delle debolezze degli uomini e dei limiti che abbiamo dentro di
noi. Il poeta ha anche una visione pessimistica della vita e dei tempi.

Temi centrali

- la condizione dell’intellettuale cortigiano e i suoi limiti che pone alla libertà dell’individuo
- l’aspirazione ad una vita quieta
- la follia degli uomini che si danno ad inseguire oggetti vani (= fama e ricchezza)

Stile

Lo stile è colloquiale e impiega modi di dire della lingua parlata.
Nel verso si predilige le fratture e le pause che avvicinano il verso stesso alla
prosa.

L'Orlando Furioso

Nel 1505 Ariosto mise mano all’Orlando Furioso.
La materia cavalleresca era molto amata nelle corti(ES. Orlando Innamorato di Boiardo). Ariosto riprende la narrazione dal punto in cui Boiardo l’aveva interrotta. L’opera ebbe diverse revisioni, l’ultima nel 1532 dal punto di vista linguistico (1516 -> 1° edizione, 1521 -> 2° edizione).
Nella prima e seconda edizione si utilizzo la lingua cortigiana già impiegata da Boiardo. Nella terza edizione adeguò la lingua ai canoni classicistici fissati da Bembo nel 1525 (= lingua pura e levigata).
Questa revisione linguistica rivela un profondo cambiamento nella prospettiva
culturale del poeta.

Materia

Nell’opera viene attuata una fusione tra materia carolingia e arturiana, in cui
hanno molto rilievo il motivo amoroso, fiabesco e meraviglioso.
Ariosto, però, introduce una novità -> fa diventare Orlando pazzo per amore.

Pubblico

Ariosto vede la sua opera come un’opera di intrattenimento, indirizzata ad un
pubblico di persone colte. Ma il Furioso era pensato già per una diffusione
attraverso la stampa. Così il pubblico è di tipo nazionale, formato dall’insieme
delle persone colte che formano una corte ideale -> non può esistere.

Intreccio

Nel Furioso si intrecciano le vicende di molti eroi, Ariosto, come Boiardo,
interrompe improvvisamente la narrazione per narrare la vicenda di un altro
personaggio. Il cosiddetto entrelacement, ovvero intreccio aggrovigliato.
I fili narrativi sono:
- guerra tra Carlo magno e Agramente
- l’amore di Orlando per Angelica
- le vicende di Ruggiero e Bradamante
- la guerra tra mori e cristiani -> è il nucleo centrale dell’intreccio intorno a cui ruotano tutte le altre vicende

Parigi

Parigi è il punto di riferimento essenziale perché i personaggi partono da questo luogo o vi fanno ritorno. Anche se non esiste un vero centro poiché prevale la spinta centrifuga (= allontanamento dei personaggi in tutte le direzioni).

Inchiesta - ricerca dell'oggetto del desiderio
L’inchiesta assume un carattere del tutto laico, tutti i personaggi, infatti, ricercano qualcosa di concreto. Anche se il desiderio è vano e gli oggetti appaiono irraggiungibili (-> la ricerca è fallimentare). Quest’inchiesta emerge fin dal primo canto, che è percorso da un movimento incessante con la fuga di Angelica (-> vero e proprio simbolo degli oggetti del desiderio che deludono). Ariosto impegna i suoi personaggi in un movimento circolare e ripetitivo.

La vana ricerca degli oggetti del desiderio costituisce per i personaggi un “errore” in senso materiale o in senso morale.

Spazio

Lo spazio è vastissimo poiché la vicenda è costituita dal movimento incessante dei personaggi alla ricerca degli oggetti del desiderio. Ci sono delle congruenze/differenze tra Dante e Ariosto:

Dante

- spazio verticale
- contrapposizione di valori (alto - basso, terra - cielo)
- continuo movimento (viaggio di Dante che avviene dal basso verso l'alto -> liberazione dal peccato)
- mentalità religiosa
- movimento lineare e unico (viaggio voluto da Dio)

Ariosto

- spazio orizzontale
- dimensione terrena (viaggio di Ariosto -> la luna è il complemento della Terra)
- movimento circolare e infiniti movimenti da parte di infiniti personaggi
- concezione laica
- spazio aperto al desiderio
- domina l'azione imprevedibile della Fortuna
- visione pessimistica contro la lotta con la Fortuna

Tempo

Il tempo non è lineare ma aggrovigliato perché il poeta torna continuamente indietro a riprendere fili narrativi che aveva lasciato in sospeso. In questo modo emerge l’idea di un mondo molteplice.

Struttura narrativa

L’irraggiungibilità degli oggetti desiderati dà origine ad una struttura narrativa divagante. La materia romanzesca tende ad espandersi all’infinito senza arrivare mai ad una conclusione. Infatti, l’ampliamento infinito dello spazio corrisponde all’ampliamento infinito del tempo.

Ordine e armonia
L’impressione è che il poema è sinonimo di disordine e caos, ma invece l’immagine che si ricava è quella di un cosmo ordinato e armonico.
-> entrelacement continuo intrecciarsi delle vicende, questo elemento non dà mai il senso di un accostamento casuale ma viene inserita in un disegno organizzato.
-> simmetrie ad esempio, Orlando – Bradamante, Orlando – Ruggiero, Orlando – Rodomonte che cadono in preda ad una follia e si allontanano dal campo venendo meno ai loro doveri, Olimpia – Angelica che sono esposte come prede all’orca marina ma vengono salvate.

Dalla struttura aperta a quella chiusa

La materia cavalleresca dà l’impressione di una struttura aperta ma in realtà i tre principali temi arrivano ad una conclusione:
1. la guerra tra Mori e Cristiani (sconfitta dei Mori)
2. Angelica sposa Medoro e Orlando riacquista il senno
3. Ruggiero sposa Bradamante

La struttura aperta, ad un certo punto dell’intreccio, inizia a sostituirsi ad una struttura più complessa e chiusa. Nella seconda parte del poema, l’entrelacement si fa più raro e predominano le sequenze narrative più lunghe e la ricerca intellettuale.
L’uomo, nella realtà, va incontro alla delusione, all’errore, invece nell’universo della finzione può trovare un risarcimento a questo fallimento.

Significato della materia cavalleresca

La materia cavalleresca è l’insieme dei contenuti che si legano al romanzo cavalleresco. La scelta della materia dell’opera è dettata dal piacere di narrare belle storie romanzesche.

Lanfranco Caretti afferma che la materia del Furioso è costituita da una moderna concezione della vita e dell’uomo, mostrando Ariosto come un acuto osservatore della realtà.

La materia cavalleresca viene, però, visionata in maniera differente da Boiardo e da Ariosto:
- Boiardo -> i valori cortesi erano ancora praticabili, se venivano rivisti in chiave più moderna
- Ariosto -> non crede nell’attualizzazione del mondo cavalleresco, per lui è un mondo lontano che si può solo desiderare.

Valore simbolico della narrazione

I personaggi e le avventure cavalleresche descritte nel poema diventano simbolo di diversi comportamenti umani o dei vari aspetti della realtà.
Un esempio è il Palazzo di Atlante, la materia cavalleresca diventa simbolo del carattere ingannevole della realtà che delude gli uomini.

Ironia, straniamento e abbassamento

-> ironia non nasce dall’indifferenza per la materia e non consente di evadere da una dimensione immaginaria. Essa è il mezzo che rende possibile l’atteggiamento critico di Ariosto nei confronti degli uomini e del mondo.

-> straniamento è la tecnica con cui si ottiene l’effetto ironico. Serve ad impedire al lettore di immedesimarsi nel mondo narrato ed a riflettere con un atteggiamento critico.

-> abbassamento con questa tecnica Ariosto si limita ad abbassare la dignità eroica dei personaggi facendo emergere solo uomini e donne comuni con i loro errori (es l’oggettività dei fatti, uso di paragoni e similitudini).
Questo procedimento è un punto di avvio della riflessione sulla natura del reale e sul comportamento degli uomini.

Personaggi idealisti e personaggi pragmatici

Idealistici
Ariosto mostra un atteggiamento critico nei confronti dei personaggi più sublimi, quelli fedeli ai loro ideali. Ad esempio, Orlando la cui sua fedeltà ad Angelica è assoluta e diventa pazzo per lei. Ariosto celebra la loro virtù ma anche i loro limiti (-> virtù destinata alla sconfitta). Perciò, gli esiti dell’idealismo sono fallimentari.

Pragmatici
Ariosto introduce anche dei personaggi più flessibili a conformarsi al reale e non si ostinano ad inseguire un oggetto specifico, anzi si accontentano di oggetti sostitutivi e meno elevati. Ad esempio, Mandricardo incontra Doralice, abbandona la ricerca di Orlando e si accontenta di godere delle grazie della donna.

Il contrasto tra Realismo e Idealismo crea un effetto ironico, in cui l’autore
non si identifica mai completamente con una prospettiva.

Pluralismo prospettico

Si viene a creare un pluralismo prospettico perché nel poema nessuna certezza è mai definitiva. Nel corso della narrazione diversi modi di giudicare un fatto possono alternarsi, senza imporre un giudizio finale.

Pluralità di voci

Nel poema si manifestano varie voci e quindi varie prospettive sulla realtà, senza che l’autore fissi una prospettiva privilegiata. Attraverso questa pluralità di prospettive, Ariosto riesce ad esprimere la sua visione di un mondo
infinitamente vario.

Lingua e metrica

Il criterio linguistico per la terza redazione è quello proposto da Pietro Bembo.
La lingua è variegata e multiforme, ma anche se prevale questa varietà non si avvertono mai urti tra i diversi livelli.
La metrica utilizzata è l’ottava, il metro tradizionale della poesia cavalleresca ma essa non possiede più la ripetitività monotona. A seconda della materia trattata l’ottava può avere diverse impostazioni: colloquiale, solenne e
vibrante.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Ludovico Ariosto nella corte e come ha influenzato la sua carriera letteraria?
  2. Ludovico Ariosto ha operato come intellettuale cortigiano, influenzato da Pietro Bembo, e ha lavorato al servizio del Duca Alfonso, dimostrando abilità politiche e diplomatiche. La sua esperienza a corte ha influenzato la sua produzione letteraria, come le Satire e l'Orlando Furioso.

  3. Quali sono i temi principali trattati nelle Satire di Ariosto?
  4. Le Satire di Ariosto trattano temi come la condizione dell'intellettuale cortigiano, l'aspirazione a una vita quieta e la follia degli uomini che inseguono oggetti vani come fama e ricchezza. L'autore adotta un tono distaccato e ironico, consapevole delle debolezze umane.

  5. Come si caratterizza lo stile dell'Orlando Furioso e quali sono le sue innovazioni narrative?
  6. L'Orlando Furioso si caratterizza per uno stile colloquiale e l'uso di fratture e pause nel verso. Ariosto introduce l'entrelacement, un intreccio complesso di vicende, e una fusione tra materia carolingia e arturiana, con un focus su temi amorosi e meravigliosi.

  7. In che modo Ariosto utilizza l'ironia e lo straniamento nel suo poema?
  8. Ariosto utilizza l'ironia per mantenere un atteggiamento critico verso il mondo e gli uomini, mentre lo straniamento impedisce al lettore di immedesimarsi completamente, favorendo una riflessione critica. L'abbassamento riduce la dignità eroica dei personaggi, mostrando la loro umanità.

  9. Qual è il significato della pluralità di voci e prospettive nell'opera di Ariosto?
  10. La pluralità di voci e prospettive nell'opera di Ariosto esprime una visione del mondo infinitamente vario, senza imporre una prospettiva privilegiata. Questo pluralismo prospettico permette di alternare diversi modi di giudicare i fatti, senza giungere a un giudizio finale definitivo.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community