
Procedono i lavori sulla riforma di Medicina, che introduce importanti novità sull'accesso alle facoltà di area sanitaria a "numero chiuso". Tra queste, l’addio al vecchio test d'ingresso e, al suo posto, il debutto di un semestre "filtro" aperto a tutti.
La commissione Istruzione del Senato - come riportato da Il Sole 24 Ore - ha dato il suo via libera al decreto legislativo che dovrà disciplinare proprio la selezione degli studenti al termine del primo semestre.
Suggerendo, tra le altre cose, anche l'inserimento delle scienze biochimiche tra le materie fondamentali e l'estensione immediata del nuovo sistema ai corsi in lingua inglese delle università statali.Ma la cosa più rilevante del parere riguarda le modalità di "filtraggio". Come decidere chi potrà proseguire negli studi in Medicina? Dal parere emerge come si stia andando in direzione di una modalità di cui noi di Skuola.net abbiamo in un certo senso già parlato: una serie di esami scritti, svolti in simultanea in tutta Italia.
Il parere del Senato in 3 punti (non obbligatori)
La commissione Istruzione del Senato, più nel dettaglio, ha espresso diverse "osservazioni" (dodici in totale) riguardo al decreto legislativo in discussione. A differenza delle "raccomandazioni", queste non sono obbligatorie per il Governo, che potrà decidere se tenerle in considerazione o meno nella versione definitiva del provvedimento.
Tra i suggerimenti più importanti, il primo riguarda le modalità d'esame nelle tre materie fondamentali per gli aspiranti medici (necessarie per ottenere i 18 Cfu e accedere alla graduatoria nazionale). Il Senato suggerisce che queste prove debbano essere scritte e svolgersi contemporaneamente su tutto il territorio nazionale, con modalità da stabilite con un apposito decreto ministeriale.
Il secondo significativo suggerimento riguarda la selezione delle materie in questione, proponendo di includere, oltre a scienze biologiche, fisiche e chimiche, anche le scienze biochimiche.
Infine, un terzo consiglio rilevante mira a definire meglio quali istituzioni siano escluse dall'applicazione immediata della riforma, suggerendo di includere subito anche i corsi di laurea in lingua inglese offerti dalle università statali.
L’ipotesi “esame standardizzato”
Come detto, la possibilità di introdurre un esame standardizzato l'avevamo già anticipata grazie a Gianna Fregonara, giornalista del 'Corriere della Sera' che aveva detto la sua proprio ai microfoni di Skuola.net.
Come ha spiegato una tra le voci più autorevoli in Italia nel mondo dell’istruzione e della formazione: “Ci sarà la graduatoria e l'uniformità di giudizio sarà comunque garantita con la previsione di esami standardizzati a livello nazionale e l'adozione dei più elevati modelli internazionali di valutazione”.
Un test, dunque, uguale in tutta Italia che potrebbe riportare le domande a risposta multipla o a risposta chiusa, ovvero quelli che vengono chiamati più comunemente esami a crocette.