
Un tempo appartenente solo al mondo degli anime e dei manga, oggi la bandiera di One Piece è diventata un simbolo globale di protesta giovanile. Il vessillo nero con il teschio che indossa un cappello di paglia, emblema dei Pirati di Cappello di Paglia, è stato avvistato nei cortei a Kathmandu, Jakarta, Parigi e anche tra le folle scese in piazza negli scorsi giorni in Italia per la questione palestinese.
Non si tratta di cosplay o di omaggi a un fumetto, ma di un nuovo linguaggio visivo attraverso cui la Generazione Z esprime opposizione a censura, autoritarismo e disuguaglianza. “È diventata un simbolo in qualsiasi manifestazione in cui ci si ribella alle ingiustizie e al potere”, ha spiegato ad 'Adnkronos' Francesco Toscano, giornalista e curatore della community OnePiece.it. “One Piece porta a sperare di poter essere quello che sei davvero. Il sorriso è centrale nella storia, e chiunque vede in quella bandiera un simbolo di libertà e giustizia”.
Indice
- Da manga a manifesto
- I simboli che hanno fatto la storia delle proteste
- La maschera di Guy Fawkes: potere all’anonimato
- Foulard e fazzoletti: la protesta si fa colore
- Le tre dita alzate: da Hunger Games alla piazza
- Angurie e kefiah: resistenza palestinese
- Le papere gialle contro la monarchia thailandese
- Wakanda Forever: il gesto che unisce
- Quando la cultura pop diventa politica
Da manga a manifesto
Nato nel 1997 dalla penna di Eiichirō Oda, One Piece racconta la storia di un gruppo di pirati che combatte contro un ordine mondiale corrotto e oppressivo. Proprio per questo, spiega ancora Toscano, la serie è riuscita a parlare ai giovani: “Nel manga ora c’è una ribellione contro il governo mondiale, che nella serie sono degli oppressori che credono di poter governare senza dover dare conto ai più deboli. Chi legge riesce a vedere il nostro mondo e si sente anche un po’ spinto a riflettere nella propria vita quegli insegnamenti”.
Il simbolo della bandiera si è così evoluto: da emblema di una ciurma immaginaria a linguaggio visivo della ribellione condiviso attraverso social, meme e manifestazioni reali.
@marianoromanelli_ Jolly Roger di Luffy in One Piece. Lui il Guerriero della Libertà, quindi, anch’essa (la bandiera), è diventata simbolo della pace nel mondo. #onepiece #roma #anime #flag #palestine
onepiece soundtrack - genner 6
I simboli che hanno fatto la storia delle proteste
Quella della bandiera di One Piece è solo l’ultima trasformazione di un oggetto narrativo in simbolo politico. La storia delle proteste recenti è piena di gesti, maschere, frutti e colori che hanno superato il loro significato originale per diventare bandiere di lotta condivisa.
La maschera di Guy Fawkes: potere all’anonimato
Resa celebre dalla graphic novel e poi film V per Vendetta, la maschera di Guy Fawkes è diventata il volto dell’anonimato nelle proteste. Da "Occupy Wall Street" agli "Indignados", è stata adottata da movimenti globali contro il potere centralizzato. Icona anche dell’organizzazione Anonymous, rappresenta la forza dell’identità collettiva contro i sistemi oppressivi.
Foulard e fazzoletti: la protesta si fa colore
I foulard hanno assunto un valore simbolico preciso nei movimenti femministi e per i diritti civili. In Argentina, il pañuelo verde è diventato simbolo della lotta per l’aborto legale; in Spagna il viola rappresenta il femminismo; in Cile il rosso è segno della resistenza femminile. Ogni colore diventa una dichiarazione visiva di appartenenza e di lotta.
@genzxelcambio Luchen que se escuche #abortolegal #mareaverde #pañuelosverdes #argentina #genzxelcambio #latino #latina #hispanic
sonido original - Gen-Z X El Cambio
Le tre dita alzate: da Hunger Games alla piazza
Il gesto delle tre dita alzate, nato nel mondo di Hunger Games, è stato adottato dai movimenti democratici in Thailandia, Myanmar e Hong Kong. In Thailandia è comparso dopo il colpo di Stato del 2014 ed è diventato il simbolo di libertà, uguaglianza e fratellanza. A Myanmar è stato usato dopo il colpo di Stato del 2021, diventando un segno di resistenza contro il regime militare. In Indonesia, è stato usato anche in campagna elettorale come gesto di opposizione.
Angurie e kefiah: resistenza palestinese
In Palestina, la kefiah bianca e nera e l’anguria sono simboli di resistenza. Negli anni ’70, con il divieto di esporre la bandiera palestinese, l’anguria – che con i suoi colori richiama la bandiera – è diventata un simbolo alternativo. La kefiah, resa celebre da Yasser Arafat, è oggi riconosciuta a livello internazionale come simbolo della causa palestinese.
@tarawavee Sono TÄRA un’artista palestinese e spero di avvicinarvi al nostro mondo #palestine #palestinian #arab #perte #keffiyeh #palestinese #fyp
original sound - TÄRA تارا
Le papere gialle contro la monarchia thailandese
Nel 2020, durante le proteste studentesche in Thailandia, le papere galleggianti gialle sono passate da giocattoli da spiaggia a icone politiche. Utilizzate inizialmente come scudi contro gli idranti della polizia, sono diventate la mascotte ironica della rivolta contro il governo e la monarchia. È nata così la “Yellow Duck Revolution”, simbolo di creatività e resistenza pacifica.
Wakanda Forever: il gesto che unisce
Il saluto a braccia incrociate sul petto, reso celebre dal film marvel Black Panther, è stato adottato da attivisti, atleti e cittadini afroamericani come simbolo di orgoglio e solidarietà nera. Usato durante proteste e manifestazioni, è diventato un modo per affermare potere, cultura e identità nera in modo visibile e globale.
Quando la cultura pop diventa politica
La forza di questi simboli sta nella loro capacità di parlare un linguaggio visivo immediato e condivisibile, spesso nato dalla cultura pop o da contesti lontani. La bandiera di One Piece, come le maschere, i foulard, i gesti e perfino i giocattoli, mostra come la Generazione Z stia ridefinendo i codici della protesta, portando in piazza nuovi immaginari, condivisi tra online e offline.